
Contrasto alle Partite IVA "Apri e Chiudi"
La Legge di Bilancio del 2023 ha affrontato il problema delle partite IVA "apri e chiudi", una pratica che ha consentito a molti operatori economici di eludere il controllo dell'Amministrazione Finanziaria e di evitare il pagamento delle imposte. Per contrastare questo fenomeno, sono state introdotte importanti modifiche normative.
Una delle principali novità introdotte dalla legge di Bilancio del 2023 prevede la cessazione d'ufficio della partita IVA per quegli operatori economici che presentano profili di grave e/o sistematica evasione fiscale, specialmente se collegati a attività commerciali a breve ciclo di vita, comunemente conosciute come "partite IVA apri e chiudi".
Stabilisce che coloro che subiscono la cessazione d'ufficio della partita IVA possono richiedere una nuova partita IVA solo previa presentazione di una polizza fideiussoria o di una fideiussione bancaria della durata di tre anni e di importo minimo di 50.000,00 euro, o parametrato alle violazioni fiscali commesse.
Alla fine di luglio 2023, l'Agenzia delle Entrate ha emanato 1.221 provvedimenti di cessazione d'ufficio della partita IVA, applicando la nuova normativa per contrastare il fenomeno delle partite IVA "apri e chiudi". I criteri di rischio per l'individuazione delle partite IVA soggette a controllo e i presupposti per la chiusura d'ufficio sono stati definiti in un Provvedimento delle Entrate del 16 maggio 2023.
Il provvedimento del 16 maggio 2023 ha definito i criteri, le modalità e i termini di attuazione per un ulteriore controllo e analisi del rischio nella verifica dei dati forniti per il rilascio di nuove partite IVA. Questo include una valutazione approfondita dei requisiti soggettivi e oggettivi per l'attribuzione del numero di partita IVA, in conformità con i criteri stabiliti a livello europeo.
In caso di esito negativo dei controlli, l'ufficio è tenuto a emanare un provvedimento di cessazione della partita IVA e a escludere il soggetto dalla banca dati dei soggetti passivi che effettuano operazioni intracomunitarie. La mancata accettazione dell'invito a comparire di persona comporta la cessazione della partita IVA e l'irrogazione di una sanzione pari a 3.000,00 euro.
Il provvedimento stabilisce che gli elementi di rischio possono riguardare sia la situazione economica e fiscale del soggetto richiedente sia la manifesta carenza dei requisiti di imprenditorialità. Questi elementi sintomatici di rischio sono ricercati attraverso il confronto dei dati disponibili nelle banche dati dell'Agenzia delle Entrate e di altre fonti, e possono portare all'invito dell'ufficio a comparire di persona per fornire spiegazioni.
La legge di Bilancio del 2024 ha ulteriormente ampliato il quadro di controllo delle partite IVA, estendendo gli effetti sanzionatori e l'obbligo di fideiussione anche per coloro che hanno chiuso la partita IVA di propria iniziativa nei mesi precedenti.
Non esiste un divieto esplicito che impedisca l'apertura e la successiva chiusura di una Partita IVA all'interno dello stesso anno. Tuttavia, è fondamentale considerare le motivazioni di tali azioni. L'apertura e la chiusura ripetuta della Partita IVA in breve tempo potrebbero attirare l'attenzione per dei controlli. Se tali azioni non sono sistematiche e ripetute nel tempo, non dovrebbero emergere problemi di sorta.
La chiusura della Partita IVA non esclude la possibilità di aprire una nuova Partita IVA in seguito, tuttavia, nel caso in cui sia stato adottato il regime forfettario con aliquota agevolata al 5%, l'apertura di una nuova Partita IVA entro tre anni dalla chiusura della precedente non permetterà di usufruire nuovamente dell'aliquota ridotta, ma sarà necessario applicare l'aliquota del 15%.
Come possiamo esserti utile?
Una delle principali novità introdotte dalla legge di Bilancio del 2023 prevede la cessazione d'ufficio della partita IVA per quegli operatori economici che presentano profili di grave e/o sistematica evasione fiscale, specialmente se collegati a attività commerciali a breve ciclo di vita, comunemente conosciute come "partite IVA apri e chiudi".
Stabilisce che coloro che subiscono la cessazione d'ufficio della partita IVA possono richiedere una nuova partita IVA solo previa presentazione di una polizza fideiussoria o di una fideiussione bancaria della durata di tre anni e di importo minimo di 50.000,00 euro, o parametrato alle violazioni fiscali commesse.
Alla fine di luglio 2023, l'Agenzia delle Entrate ha emanato 1.221 provvedimenti di cessazione d'ufficio della partita IVA, applicando la nuova normativa per contrastare il fenomeno delle partite IVA "apri e chiudi". I criteri di rischio per l'individuazione delle partite IVA soggette a controllo e i presupposti per la chiusura d'ufficio sono stati definiti in un Provvedimento delle Entrate del 16 maggio 2023.
Il provvedimento del 16 maggio 2023 ha definito i criteri, le modalità e i termini di attuazione per un ulteriore controllo e analisi del rischio nella verifica dei dati forniti per il rilascio di nuove partite IVA. Questo include una valutazione approfondita dei requisiti soggettivi e oggettivi per l'attribuzione del numero di partita IVA, in conformità con i criteri stabiliti a livello europeo.
In caso di esito negativo dei controlli, l'ufficio è tenuto a emanare un provvedimento di cessazione della partita IVA e a escludere il soggetto dalla banca dati dei soggetti passivi che effettuano operazioni intracomunitarie. La mancata accettazione dell'invito a comparire di persona comporta la cessazione della partita IVA e l'irrogazione di una sanzione pari a 3.000,00 euro.
Il provvedimento stabilisce che gli elementi di rischio possono riguardare sia la situazione economica e fiscale del soggetto richiedente sia la manifesta carenza dei requisiti di imprenditorialità. Questi elementi sintomatici di rischio sono ricercati attraverso il confronto dei dati disponibili nelle banche dati dell'Agenzia delle Entrate e di altre fonti, e possono portare all'invito dell'ufficio a comparire di persona per fornire spiegazioni.
La legge di Bilancio del 2024 ha ulteriormente ampliato il quadro di controllo delle partite IVA, estendendo gli effetti sanzionatori e l'obbligo di fideiussione anche per coloro che hanno chiuso la partita IVA di propria iniziativa nei mesi precedenti.
Non esiste un divieto esplicito che impedisca l'apertura e la successiva chiusura di una Partita IVA all'interno dello stesso anno. Tuttavia, è fondamentale considerare le motivazioni di tali azioni. L'apertura e la chiusura ripetuta della Partita IVA in breve tempo potrebbero attirare l'attenzione per dei controlli. Se tali azioni non sono sistematiche e ripetute nel tempo, non dovrebbero emergere problemi di sorta.
La chiusura della Partita IVA non esclude la possibilità di aprire una nuova Partita IVA in seguito, tuttavia, nel caso in cui sia stato adottato il regime forfettario con aliquota agevolata al 5%, l'apertura di una nuova Partita IVA entro tre anni dalla chiusura della precedente non permetterà di usufruire nuovamente dell'aliquota ridotta, ma sarà necessario applicare l'aliquota del 15%.
Come possiamo esserti utile?
- Valutiamo la tua situazione fiscale e forniamo consulenza personalizzata per decidere se aprire una partita IVA, cambiare attività o cessarla.
- Ti guidiamo attraverso il processo di apertura, gestione e chiusura della partita IVA, garantendo il rispetto delle normative vigenti.
- Forniamo assistenza nella compilazione della documentazione necessaria per l'apertura e la gestione della partita IVA.
- Offriamo consulenza continua per garantire la conformità fiscale e evitare problemi nel lungo termine.